Sto viaggiando ancora a un metro da terra. Ma andiamo per gradi. Cosa sarebbe la vita senza obbiettivi da raggiungere. Mai e poi mai mettere limiti e paletti.
Pensare positivo ti porta a trasformare i tuoi sogni in realtà. La fretta lasciala a casa e stai sulla fatica. Chi mi conosce sa che questa frase la uso molto spesso.
Stare sulla fatica vuol dire, non avere fretta a fare cose, e prima o poi la vetta arriva. La fretta è cattiva consigliera e anche una goccia, che inesorabile cade, può modellare la roccia. Tutto questo per dire che la proiezione del docufilm verso la fine del mondo è stata un successo.
Un SENTITO GRAZIE alle mie gocce, in particolar modo a Elisa Majori …una macchina da guerra…all’amministrazione di montagnana per averci onorato della loro presenza, all’associazione Montagnana con Te per l’aiuto dato, a tutti gli sponsor che ci hanno permesso di realizzare questo nostro sogno, a tutti i presenti, e in particolar modo a Simone Boifava e al suo mitico papà Davide Boifava patron della mitica Carrera, non che scopritore di talenti delle due ruote.
I magnifici cinque sono arrivati la dove la terra finisce e il cielo fa tutt’uno con l’azzurro mare.
E lo hanno fatto per documentare una storia molto importante… Due questioni la cura del creato attraverso le nazioni e la volontà dell’uomo di giungere alla meta nonostante le inesorabili fatiche e i continui imprevisti.
Ora questo docufilm lo faremo girare all’interno delle scuole con l’intento di migliorare il loro futuro e di conseguenza quello dei nostri figli e nipoti.
VERSO LA FINE DEL MONDO IN RIMA.
Un progetto, un viaggio e di civiltà da portare a casa un messaggio.
Unico e irripetibile sin dalla festosa partenza, ma in serbo già avea, anche se celata da falso sorriso, insidiosa parvenza.
Aimè, se non si alimenta il motore, di resistenza poche saran le ore.
Detto, fatto, ed ecco la scure, italica fu la sanità delle prime cure.
Giorni, ore di un malstare e intanto rassegnato in macchina fu il mio viaggiare.
I ragazzi coraggiosi, indomiti e di pioggia inzuppati, ma quanto in cuor mio li ho invidiati.
Venne poi della rinascita il giorno, e in terra di Svezia di azzurro ciano vestito, a due pedali il mio ritorno.
La malasorte ancora avea cose da dire, e frà scontri inaspettati e meccaniche rotture, inesorabile era il suo colpire.
Sarà ancora più impresa, diceva il saggio, e intanto di azzurro a pizzichi e mozzichi v’era un assaggio.
Festoso e tiepido, Eolo quel dì parea cantare e tutt’uno il cielo facea con il mare.
Anche l’azzurro della nostra armatura si confondea con la bellezza di tutto intorno una natura.
È stata lotta vera e altrettanto sincera e una lacrima gioiosa accompagnava poi inesorabile una solare sera.
UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE AL NOSTRO ACCOMPAGNATORE Matteo Mantoan ,UOMO DALLE MILLE VIRTÙ, E UN GRASSSIE A SINNAGAGHIRI E PAPÀ FRANCESCO PER L’OTTIMA COMPAGNIA.